La Via dei Librai 2020: La città internazionale

12 Febbraio 2020

Nell’immaginario collettivo il nome di Palermo evoca qualcosa di leggendario, di mitico. Questa città era stata al centro di una raffinata cultura, penso alla Palermo dei Normanni o a quella di Federico II, di cui si favoleggia anche in America.

Prof. Iorizzo, Università di Oswego, New York

Siamo, ancora, la città internazionale di cui ci parla la storia?
In che modo stiamo declinando questa vocazione?
E inoltre: Palermo è un modello di città internazionale? Esistono altri modelli?
Domande, semplici, che ci spingono ad una riflessione su “La città internazionale”: ieri e oggi.
La storia plurimillenaria della Città non lascia dubitare del suo ruolo fondamentale nelle relazioni nel Mediterraneo ed in Europa. Una vocazione, quella della città “tutto-porto”, che ha indotto, costantemente, i suoi abitanti ad una prospettiva internazionale.
Anche Goethe, nel suo Italienische Reise, ci narra la sua esperienza di Palermo internazionale. Appena giunto in città, nell’aprile del 1787, nella locanda sita nella casa Grimignani in via di Porto Salvo, il poeta tedesco racconta di essere stato accolto da un albergatore: un simpatico vecchio abituato da tempo a veder forestieri d’ogni paese.
Una identità, quella internazionale, radicata nei quartieri della città, che oggi stanno vivendo una nuova fase non solo di recupero e di consapevolezza. Maredolce, la Zisa, il Miqweh, la Cattedrale non sono forse testimoni architettonici di un sapere che è passato attraverso la città, ma che è stato anche rielaborato dai suoi abitanti?
Alla grandezza di un architettura cosmopolita si accompagna la grandezza di un patrimonio prodotto della positiva coabitazione di varie espressioni culturali all’interno della città: la comunità dei Tamil, solo per fare un esempio, più grande di tutta Italia.

Da qui un’ulteriore riflessione: la città internazionale è limitata alle vestigia del passato, o è impulso nuovo per il XXI secolo?
La via dei librai 2020 completa il suo primo quinquennio felice con una riflessione ampia sul tema de La città internazionale, in un momento di fermento all’interno di una città che ha sempre più bisogno di ridefinire la sua vocazione internazionale.
La Via dei Librai è il Cassaro, ed il Cassaro è la narrazione della cultura cittadina nel tempo. È per questo che, se fino ad oggi abbiamo messo in atto un’iniziativa di lettura della nostra realtà e della sua identità acquisita e storicizzata – necessaria ma per nulla nostalgica – per il prosieguo intendiamo periodicamente proporre una “sfida”, un obiettivo da perseguire, che sia possibile raggiungere, con il tempo necessario, da parte della nostra comunità. Il percorso di un’iniziativa culturale è certamente più significativo se testimoniato da atti concreti ad ogni tappa. Oggi, di fronte all’attualità problematica di quanto accade a Palermo e negli scenari nazionale e sovranazionale, il nostro percorso vuole esplorare la dimensione appunto internazionale della città, i legami, i lasciti, le relazioni che fanno di Palermo una città internazionale, storicamente, attualmente e nel futuro.
Non intendiamo limitarci, però, a considerare la prospettiva storica dal presente verso il passato; piuttosto, non trascurando gli insegnamenti delle esperienze già realizzate, intendiamo esplorare e proporre una lettura e l’idea di una prospettiva che faccia intuire, comprendere e conoscere le possibilità, e conducano la comunità cittadina a prepararsi alle scelte consapevoli sul futuro della sua identità.
È quella della “città internazionale” la prospettiva di Palermo? Con quali caratteristiche, e in che modo?

Domande, alle quali ciascuno potrà dare la propria risposta.

Francesco Lombardo, Giulio Pirrotta, Giuseppe Scuderi
Comitato scientifco de “La Via dei Librai”